Competenze, ora più che mai
La dinamica di risolvere l’immediato in classe, di affrontare la gestione quotidiana dell’insegnamento, la burocrazia e un’infinità di altri compiti assorbe la nostra pratica quotidiana di docenti. Ma ci sono domande che sono imprescindibili nella vita lavorativa di un buon professionista dell’insegnamento e che, prima o poi, devono trovare spazio nelle nostre riflessioni, poiché le risposte possono indirizzare il nostro lavoro verso un fine o un altro. Questa idea è di per sé abbastanza interessante da sviluppare un articolo completo, ma in questo caso ci concentreremo solo su una di queste domande fondamentali:
Com’è lo studente che vogliamo formare nelle nostre classi? Cioè, quali sarebbero gli attributi di uno studente ideale alla fine della tappa educativa in cui lavoriamo, dopo essere “passato per le nostre mani”? O, formulato in un altro modo, quale “progetto” di persona vogliamo aiutare a “costruire”? Da ciò si inferisce un’altra domanda: quale società sogniamo?
Se interrompiamo la lettura e cerchiamo di pensare a quale sarebbe la nostra risposta, probabilmente saremo d’accordo che questo studente, con variazioni a seconda della tappa educativa, sarebbe capace di comprendere informazioni orali, visive e scritte; di esprimersi in modo adeguato, plastico, oralmente e per iscritto; sarebbe critico verso le fonti di informazione e trarrebbe le proprie conclusioni; svilupperebbe l’iniziativa personale come un’abitudine, avendo quindi buone prospettive di successo e fiducia in sé stesso; applicherebbe il pensiero creativo per risolvere problemi di qualsiasi tipo, al di là dell’ambito matematico e scientifico; coopererebbe con gli altri per raggiungere obiettivi comuni; avrebbe strategie personali ed efficaci di apprendimento; alimenterebbe la curiosità per l’apprendimento e per il mondo in generale, essendo sensibile ai grandi problemi del nostro tempo e proponendo soluzioni; sarebbe capace di comprendere e canalizzare i propri sentimenti in modo costruttivo…
E così, la lista può essere adornata all’infinito ma probabilmente c’è una base comune su cui la maggior parte degli insegnanti sarà d’accordo. Probabilmente, molti di questi attributi del nostro studente ideale possono rientrare nel concetto di “competenza”.
Le competenze, le conosciamo davvero?
Si è scritto e parlato tanto di competenze, con definizioni, chiarimenti e dibattiti a favore e contro, che sembra difficile apportare qualcosa di nuovo, non essendo questo l’obiettivo del nostro articolo poiché, in effetti, tutto è già stato scritto. La domanda è, le conosciamo davvero?
Il termine competenza è conosciuto unanimemente nell’ambito educativo e in rete è facile trovare infografiche con un riepilogo visivo delle competenze chiave formulate nelle normative ancora vigente dove è stata mantenuta o addirittura accentuata l’importanza delle competenze chiave come riferimento curriculare.
Questa diffusione e uso del termine, con le conseguenti semplificazioni visive di ogni competenza, sono un primo passo ma non facilitano una riflessione su di esse e sul loro potenziale nell’ambito educativo.
Se abbiamo chiare le competenze importanti per gli studenti (ben definite nel quadro legislativo vigente o formulate in modo più personale), la domanda è: quanto tempo dedichiamo in classe per lavorare sul loro sviluppo? Offriamo agli studenti l’opportunità di regolare il loro apprendimento, incitando una riflessione quotidiana, sistematica e pianificata su di esso? Svolgiamo compiti che aiutano gli studenti a esprimere la loro creatività al di là delle materie artistiche? Dedichiamo veramente tempo alla critica delle fonti di informazione? E l’espressione orale viene lavorata abitualmente in classe da tutte le materie? E così possiamo continuare a formulare domande che rivedono il nostro modello di insegnamento-apprendimento alla luce delle competenze.
In questi momenti di crisi e incertezza, di diversi scenari educativi, non è male fare riferimento alle fonti originali dove è stato fornito un quadro concettuale affinché i diversi stati membri dell’UE specificassero le loro competenze, in base al loro contesto. È vero che fare riferimento ai documenti originali richiede tempo e la quotidianità del docente italiano è già di per sé abbastanza complessa ma, come quasi tutto ciò che vale la pena, la riflessione educativa, inevitabilmente, richiede tempo.
Nel rapporto DeSeCo (Definizione e Selezione delle Competenze 2003) la competenza viene definita come «capacità di rispondere a esigenze individuali e sociali o di svolgere efficacemente un’attività o un compito», avvalendosi di abilità non solo cognitive, di attitudini, motivazioni, valori, emozioni.
Il rapporto DeSeCo, che ha la bellezza di quasi 20 anni, non è affatto un testo vecchio ma un documento attuale: in esso si giustifica l’incorporazione delle competenze nei sistemi educativi per affrontare le incertezze di un mondo sempre più interconnesso, ma allo stesso tempo mutevole, con il pericolo della rottura della coesione sociale e la perdita di riferimenti tradizionali. Nel testo non si predica contro la conoscenza ma la si integra nel concetto di competenza, che “la supera, coinvolgendo abilità pratiche e cognitive, capacità creative e altre risorse psicosociali come atteggiamenti, motivazione e valori”.
La lettura del bozzetto di competenze di DeSeCo e la sua successiva concretizzazione ci può aiutare a conoscere le forti connessioni, a volte ignorate, tra aspetti chiave di varie competenze che quelle infografiche così utili e necessarie inevitabilmente semplificano eccessivamente.
In primo luogo, le competenze non sono ambite chiuse e indipendenti. Si relazionano e si completano. Per esempio, c’è una importante relazione tra la competenza linguistica e quella digitale, alludendo entrambe all’importanza dell’accesso critico alle fonti di informazione, al dialogo efficace con gli altri o all’organizzazione dell’informazione. Allo stesso modo, ci sono legami tra la competenza digitale e le competenze sociali e civiche per l’importanza dell’interazione con gruppi eterogenei, la cooperazione e l’importanza dell’empatia. La cooperazione, per avanzare in un altro esempio, occupa un posto di rilievo non solo in queste competenze ma anche nell’iniziativa e nello spirito imprenditoriale dove spicca l’autonomia, presente anche nell’imparare ad imparare… e così possiamo continuare a scoprire ricche sfumature.
In secondo luogo, non nega neppure il peso e l’importanza dei contenuti, dove la conoscenza delle competenze integra una conoscenza di base concettuale: concetti, principi, teorie, dati e fatti (conoscenza dichiarativa-sapere dire); una conoscenza relativa alle abilità, riferite sia all’azione fisica osservabile che all’azione mentale (conoscenza procedurale-sapere fare); e un terzo componente che ha una grande influenza sociale e culturale, e che implica un insieme di atteggiamenti e valori (saper essere)”.
Le competenze, chiave del lavoro in aula
Ma tornando alla domanda iniziale, quali sono le caratteristiche di uno studente ideale, non dovremmo orientare verso quella meta i nostri sforzi in classe? In questo senso, la pratica della lezione frontale, ben eseguita, si è dimostrata molto efficace per comprendere e apprendere i contenuti, così come lo sviluppo di certe abilità specifiche, ma, è davvero utile per lo sviluppo di altri aspetti come la creatività, l’empatia, la riflessione sull’apprendimento stesso o la negoziazione? La risposta è NO.
Se nella nostra classe ci limitiamo a spiegare e gli studenti a replicare ciò che hanno appreso in un esame, non necessariamente privo di profondità e riflessione, i nostri alunni impareranno molto sulla Rivoluzione francese e miglioreranno la loro capacità di espressione e relazione. Ma se lavoriamo solo così, quegli studenti che cooperano con gli altri, che sono creativi o che pianificano adeguatamente i passi per raggiungere un obiettivo… Saranno così perché sono arrivati nella nostra classe con queste caratteristiche, senza che noi offrissimo loro nessuna opportunità per crescere in questo senso. Ed è un peccato perché siamo convinti che una persona cooperativa, creativa e organizzata apporterà più alla società e a sé stessa rispetto a un’altra che non lo è. Allora, lavoriamo su questo.
Il punto cruciale è che gli studenti abbiano l’opportunità di sviluppare le competenze chiave nelle nostre classi, grazie al lavoro che vi si svolge, al di là dell’apprendimento dei contenuti che sono comunque importanti.
Come combinare concetti e competenze nella nostra pratica in aula? Bisogna vedere oltre questo “falso dibattito educativo” poiché i contenuti sono integrati nelle competenze e sono un elemento chiave del curriculum, e aprire le nostre pratiche quotidiane a compiti attivi, progetti e un repertorio di strategie più variegato. Si tratta semplicemente di sommare, non di sottrarre, ed equilibrare i tempi.
Dare l’opportunità agli studenti di essere competenti
Il primo passo è fermarsi a riflettere e diventare consapevoli di ciò che vogliamo per i nostri studenti. Probabilmente, i grandi pedagoghi e maestri “hanno sempre lavorato per competenze” e noi ora, sulle spalle di giganti, abbiamo il loro l’aiuto nei testi che ci hanno lasciato.
Se prendiamo coscienza della nostra meta, se conosciamo le competenze e la loro ricchezza, la nostra azione in classe sarà intenzionale e quindi più efficace. Di conseguenza, i compiti e gli spazi per lo sviluppo delle competenze devono essere incorporati nella pratica in classe in modo sistematico, pianificato e continuo, non aneddotico.
Cioè, se davvero la pratica della negoziazione e lo sviluppo dell’empatia sono fondamentali, non possiamo lasciare gli studenti al loro destino, confidando che le acquisiranno solo con le interazioni nel cortile della scuola senza alcuna supervisione.
Per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi abbiamo un repertorio di approcci metodologici e strategie concrete che possono essere validi, scegliendo in base alla nostra formazione, stile didattico, caratteristiche del contesto e, naturalmente, alla meta proposta, sottolineando forse… se dobbiamo evidenziarne una su tutte, l’importanza del lavoro cooperativo. Ma, oltre a una strategia concreta, gli studenti devono:
- CREARE le proprie produzioni per non solo riprodurre o replicare il modello offerto dal docente.
- COLLABORARE con i loro pari per imparare a relazionarsi e apprendere relazionandosi.
- RIFLETTERE quotidianamente su ciò che conoscono e ciò che non conoscono, sulle loro strategie di apprendimento, sui loro progressi e sui loro problemi, nonché formulare come superare le difficoltà.
L’infografica seguente si basa sulla traduzione del materiale “Project Based Learning (PBL)” editato da John Larmer e pubblicato dal Buck Institute for Education. L’infografica proposta amplia il repertorio di idee da realizzare in classe: Sono prodotti complessi che mobilitano necessariamente risorse cognitive molto diverse negli studenti, oltre a conoscenze concrete, essendo adeguati al lavoro per competenze.
- L’educazione per competenze in Italia
L’educazione per competenze in Italia è stata oggetto di varie normative e linee guida che mirano a trasformare l’approccio didattico tradizionale in un sistema basato sulle competenze. Ecco alcune delle principali leggi e documenti normativi che trattano questo tema:
- Legge n. 53/2003 (Riforma Moratti): Questa legge ha introdotto una riforma del sistema educativo, prevedendo un maggiore focus sulle competenze oltre che sulle conoscenze. La riforma si proponeva di promuovere una didattica che sviluppasse competenze trasversali e specifiche.
- Decreto Legislativo n. 59/2004: Parte della Riforma Moratti, questo decreto ha specificato i curricoli per la scuola primaria e secondaria di primo grado, ponendo l’accento sulle competenze.
- Legge n. 107/2015 (Buona Scuola): La legge 107 ha rafforzato ulteriormente l’educazione per competenze, introducendo il concetto di curricolo per competenze, l’alternanza scuola-lavoro e la personalizzazione dei percorsi di apprendimento.
- Decreto Ministeriale n. 742/2017: Questo decreto riguarda la certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione. Esso stabilisce criteri e modalità per la certificazione delle competenze acquisite dagli studenti.
- Decreto Legislativo n. 62/2017: Si riferisce alla valutazione e alla certificazione delle competenze nel primo ciclo e nell’esame di Stato del secondo ciclo. Introduce l’obbligo di certificare le competenze alla fine del primo ciclo di istruzione.
- Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione (2012): Le indicazioni nazionali rappresentano una guida per la progettazione del curricolo scolastico, basata su competenze chiave e trasversali.
- Raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 e dell’11 dicembre 2018: Sebbene non siano leggi italiane, queste raccomandazioni influenzano fortemente la normativa italiana in materia di educazione per competenze. Esse delineano le competenze chiave per l’apprendimento permanente, che gli stati membri devono integrare nei loro sistemi educativi.
Queste normative riflettono un cambiamento progressivo verso un’educazione che non si limiti all’acquisizione di conoscenze, ma che sviluppi competenze pratiche, trasversali e specifiche per preparare gli studenti a vivere e lavorare in una società complessa e in continuo cambiamento.
L’attuale sistema educativo nazionale di istruzione e formazione prevede l’obbligo della Certificazione delle Competenze raggiunte nella scuola superiore di secondo grado per ogni studente che ha assolto l’obbligo di istruzione della durata di 10 anni, quindi al termine del biennio (D.M. 139/2007 e D.M. 9/2010). Per coloro che hanno compiuto il diciottesimo anno d’età ed hanno superato l’Esame di Stato è rilasciata d’ufficio.
Il DPR 122/2009 prevede la compilazione da parte dei consigli di classe, al termine delle operazioni di scrutinio finale, “della certificazione delle competenze” con l’attribuzione dei livelli raggiunti, da individuare in coerenza con la valutazione finale degli apprendimenti espressa in decimi. Le schede sono conservate agli atti dell’istituzione scolastica.
Le Indicazioni nazionali per i Licei DPR 89/2010, le Linee Guida e il DPR 275/1999 sono le fonti normative di riferimento per l’apprendimento per competenze, laddove le stesse progettano e realizzano interventi per garantire il “successo formativo” di ciascuno sia nell’orientamento alla vita che nell’orientamento al lavoro. La competenza dello studente è la prestazione complessa come esito di conoscenze ed abilità apprese e consolidate raggiunta dal soggetto in apprendimento.
La certificazione per competenze
La certificazione per competenze nasce in Europa per poi essere recepita dall’Italia: infatti la raccomandazione del Consiglio dell’UE del 22 maggio 2018 relativa alle “Competenze chiave per l’apprendimento permanente” individua 8 competenze chiave di cittadinanza per l’apprendimento permanente sottoelencate:
- Comunicazione nella madre lingua
- Comunicazione nelle lingue straniere
- Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologie
- Competenza digitale
- Imparare ad imparare
- Competenze interpersonali, interculturali e sociali e competenza civica
- Spirito di iniziativa e Imprenditorialità
- Consapevolezza ed Espressione culturale.
Le competenze chiave di cittadinanza e le competenze culturali in ordine ai 4 assi pluridisciplinari
In Italia sono individuate 8 competenze chiave di cittadinanza e 16 competenze culturali in ordine ai 4 assi pluridisciplinari, linguistico, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale, che vengono accertate e certificate sulla base del modello DM n. 9 del 27 gennaio 2010.
I livelli di competenze di base oggetto di rilascio di certificazione sono di tre tipi: base, intermedio e avanzato.
Livello di base: lo studente svolge compiti semplici in situazioni note, mostrando di possedere conoscenze ed abilità essenziali e di saper applicare regole e procedure fondamentali. Nel caso in cui non sia stato raggiunto il livello base, è riportata l’espressione “livello base non raggiunto” con l’indicazione della relativa motivazione: voto corrispondente 6.
Livello intermedio: lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in situazioni note, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite: voto corrispondente 7-8.
Livello avanzato: lo studente svolge compiti e problemi complessi in situazioni anche non note, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità. Sa proporre e sostenere le proprie opinioni e assumere autonomamente decisioni consapevoli: voto corrispondente 9-10.
Il modello predisposto dal Ministero dell’Istruzione
Il modello predisposto dal MIUR certifica le competenze di base ed i relativi livelli raggiunti in relazione ai 4 assi culturali, dichiarando l’acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza (1. Imparare ad imparare, 2. Progettare, 3. Comunicare, 4. Collaborare e partecipare, 5. Agire in modo autonomo e responsabile, 6. Risolvere problemi, 7. Individuare collegamenti e relazioni, 8. Acquisire ed interpretare l’informazione) in quanto esse costituiscono la base su cui si innestano le competenze culturali di base.
Gli specifici indicatori per la competenza
Per accertare i livelli raggiunti dallo studente al termine dell’obbligo di istruzione in relazione alle competenze chiave di cittadinanza, che sono ricondotte nel D.M. 139/2007 ai tre ambiti della costruzione del se, della relazione con gli altri, del rapporto con la realtà è necessario tenere conto di specifici indicatori per la competenza:
Costruzione del sé (formazione, autonomia e responsabilità)
- Imparare ad imparare
L’alunno:
- partecipa attivamente alle attività di insegnamento apprendimento, portando contributi personali ed originali, esito di ricerche individuali e di gruppo
- organizza il suo apprendimento in ordine a tempi, fonti, risorse, tecnologie, reperite anche al di là della situazione scolastica
- comprende se, come, quando e perché in una data situazione (studio, lavoro, altro) sia necessario apprendere/acquisire ulteriori conoscenze/competenze
- comprende se è in grado di affrontare da solo una nuova situazione di apprendimento/acquisizione o deve avvalersi di altri apporti (gruppo, fonti dedicate, strumentazioni).
- Progettare
L’alunno:
- comprende che, a fronte di una situazione problematica, di studio, di ricerca, di lavoro, di vita, è necessario operare scelte consapevoli, giustificate, progettate, che offrano garanzie di successo
- conosce e utilizza le diverse fasi della attività progettuale, programmazione, pianificazione, esecuzione, controllo
- sa elaborare progetti, proponendosi obiettivi, formulando ipotesi, individuando vincoli e opportunità, tracciando percorsi, considerando anche se, come, quando e perché debba operare scelte diverse; sa valutare i risultati raggiunti
- sa valutare l’efficienza e l’efficacia del processo attivato e del prodotto ottenuto in termini di costi/benefici, degli eventuali impatti e dei suoi effetti nel tempo.
- relazione con gli altri.
- Comunicare
L’alunno:
- comprende messaggi verbali orali e non verbali in situazioni interattive di diverso genere (dalla conversazione amicale informale alle interazioni formalizzate) ed interviene con correttezza, pertinenza, coerenza
- comprende messaggi verbali scritti (quotidiani, testi di studio, argomentativi, regolativi, narrativi) e misti (cine, tv, informatica, internet)
- produce messaggi verbali di diversa tipologia, relativi a eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, emozioni
- transcodifica, riproduce messaggi in un codice diverso rispetto a quello con cui li ha fruiti.
- Collaborare e partecipare
L’alunno:
- comprende quali atteggiamenti e quali comportamenti assumere in situazioni interattive semplici (io/tu) e complesse (io/voi, gruppo) al fine di apportare un contributo qualificato
- comprende la validità di opinioni, idee, posizioni, anche di ordine culturale e religioso, anche se non condivisibili
- partecipa attivamente a lavori di gruppo, motivando affermazioni e punti vista e comprendendo affermazioni e punti di vista altrui, e produce lavori collettivi
- sa motivare le sue opinioni e le sue scelte e gestire situazioni di incomprensione e di conflittualità.
- Agire in modo autonomo e responsabile
L’alunno:
- esprime in autonomia opinioni, riflessioni, considerazioni, valutazioni assumendone la necessaria responsabilità
- è consapevole della sua personale identità, dei suoi limiti e delle sue possibilità di studio, di lavoro, di inserimento in sistemi associati organizzati
- comprende che in una società organizzata esiste un sistema di regole entro cui può agire responsabilmente senza che il personale “Io” subisca limitazioni di sorta
- comprende ed accetta il sistema di principi e di valori tipico di una società democratica all’interno dei quali rivendica responsabilmente i suoi diritti e attende ai suoi doveri.
Rapporto con la realtà (le cose i fenomeni e gli eventi) l’istruzione:
6. Risolvere problemi
L’alunno:
- comprende che, a fronte di situazioni affrontabili e risolvibili con procedure standardizzate, esistono situazioni la cui soluzione è possibile analizzando, dati, formulando ipotesi, provando, riprovando e verificando
- ricorre a quanto ha appreso in contesti pluridisciplinari per affrontare situazioni nuove non risolvibili proceduralmente
- affronta situazioni problematiche che riguardano il suo vissuto, individuandone le variabili ostative e ricercando e valutando le diverse ipotesi risolutive
- tesaurizza quanto ha appreso da soluzione di problemi da lui effettuate, anche con il concorso di altri, in modo da adottare costantemente criteri dati e date modalità operative a fronte di situazioni nuove ed impreviste.
- Individuare collegamenti e relazioni
L’alunno:
- comprende come e perché dati e informazioni acquistano significato e valore nelle loro interrelazioni all’interno di specifiche situazioni spazio-temporali
- comprende come e perché fenomeni, eventi, fatti anche prodotti dall’uomo presentino analogie e differenze sempre riconducibili a sistemi unitari
- conosce la differenza che corre tra procedure e processi, tra esiti prevedibili, programmati ed attesi ed esiti non programmati e non prevedibili
- in un insieme di dati e/di eventi individua analogie e differenze, coerenze ed incoerenze, cause ed effetti la loro natura a volte probabilistica.
- Acquisire ed interpretare l’informazione
L’alunno:
- comprende la differenza che corre tra dato, informazione e messaggio e le diverse funzioni che svolgono all’interno di un campo di comunicazione
- comprende che un campo di comunicazione è produttivo quando sono attivi i sei fattori: emittente, ricevente, mezzi e canali, messaggio, codice e referente
- comprende il ruolo che svolgono all’interno di un capo di comunicazione le funzioni linguistiche e gli atti linguistici
- comprende le differenze che corrono tra linguaggi numerici discreti e linguaggi analogici continui, anche in relazione alle diverse tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
La progettazione del curriculo
Le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia progettano il curricolo con il fine di definire:
- l’esame della situazione iniziale dello studente con l’analisi dei livelli di partenza o dei prerequisiti
- gli obiettivi da selezionare o costruire nel contesto delle finalità di fine obbligo DM. 139/07 e DM 9/10
- il percorso con i contenuti mono e pluridisciplinari, la definizione dei metodi, dei mezzi, dei tempi, e dei criteri di verifica
- le azioni dell’istituzione scolastica per l’autovalutazione formativa – valutazione del sistema
- le competenze con misurazione (voto con prova riassuntiva di attività di studio e di ricerca attiva), valutazione (giudizio cioè esito di un lungo periodo di osservazioni sistematiche) e certificazione finale (attestato).
I livelli EQF
A tal fine il Collegio dei docenti promuove specifici percorsi, coerentemente con quanto specificato nel RAV d’Istituto e il PM, al fine di certificare le competenze attraverso l’implementazione di progetti, laboratori ed attività di educazione alla legalità e di valorizzazione delle educazioni.
I livelli EQF coincidono con le competenze certificate nel nostro Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione come sottoindicato:
- Livello 2: Termine del primo biennio dell’istruzione di secondo grado: (certificazione dell’obbligo di istruzione decennale a 16 anni) EQF 2
- Livello 4: Termine del quinto anno (esame di stato) EQF 4.
Ad ogni livello corrispondono differenti ambiti di competenze, conoscenze ed abilità.
Livello 2: EQF 2 (certificazione dell’obbligo di istruzione decennale a 16 anni)
- CONOSCENZE pratiche di base in un ambito di studio
- ABILITA’ cognitive e pratiche di base necessarie per utilizzare le informazioni rilevanti, al fine di svolgere compiti e risolvere problemi
- COMPETENZE – studiare, sotto una supervisione diretta, con una certa autonomia.
Livello 4: EQF 4 (diploma di istruzione quinquennale)
- CONOSCENZE – pratiche e teoriche in ampi contesti in un ambito di lavoro o di studio
- ABILITA’ – una gamma di abilità cognitive e pratiche necessarie per creare soluzioni a problemi specifici in un ambito di lavoro o di studio
- COMPETENZE – sapersi gestire autonomamente nel quadro di istruzioni in un contesto di lavoro o di studio, di solito prevedibili, ma soggette a cambiamento; sorvegliare il lavoro di routine di altri, assumendo una certa responsabilità per la valutazione e il miglioramento di attività lavorative e di studio.
È importante acquisire dati statistici oggettivi confrontabili in verticale e in orizzontale sul livello delle competenze raggiunte.
Gli strumenti di osservazione/apprezzamento
Gli strumenti di osservazione/apprezzamento per certificare le competenze sono i seguenti:
- Compiti di realtà (attraverso progetti).
- Prove esperte (attraverso progetti).
- Prove autentiche (attraverso progetti).
- Osservazioni sistematiche.
- Rubriche di valutazione.
- Portfolio (Alternanza Scuola Lavoro).
Indicatori per l’osservazione sistematica
Indicatori per l’osservazione sistematica:
- Autonomia: reperisce materiali e strumenti utili e sa usarli.
- Relazione: cerca/offre cooperazione per la soluzione del problema.
- Partecipazione: è presente e attivo nel lavoro.
- Responsabilità: rispetta i tempi e le fasi assegnate, porta a termine i propri lavori.
- Flessibilità: reagisce positivamente agli imprevisti, sfrutta le opportunità, riorganizza il lavoro.
- Consapevolezza: agisce con intenzionalità, ha consapevolezza degli effetti delle sue azioni.
La certificazione delle competenze rilasciata al termine del secondo ciclo
La certificazione delle competenze rilasciata al termine del secondo ciclo, inserita nel Curriculum degli Studenti di cui all’art. 21 del D. Lgs 62/2017, è integrata da una sezione, sempre redatta dall’INVALSI, in cui si descrivono i livelli di competenza raggiunti dall’alunno nelle prove a carattere nazionale per italiano e matematica e da un’ulteriore sezione, sempre redatta da INVALSI, in cui si certificano le abilità di comprensione ed uso della lingua inglese.
Per gli alunni con disabilità, certificata ai sensi della Legge n.104/92, il documento può essere accompagnato da una nota che rapporti i livelli di competenza raggiunti rispetto al PEI.
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