Apprendimento per competenze: imparare ad essere

La concezione dell’educazione è cambiata progressivamente e significativamente negli ultimi anni, spinta in parte dall’apprendimento per competenze. L’incorporazione delle tecnologie ha alterato lo spazio-tempo nelle nostre aule, modificando il modo in cui insegnavamo e apprendevamo.

Attualmente ci troviamo di fronte a un fatto ineludibile: le istituzioni educative formali hanno smesso di essere gli unici centri esclusivi generatori di formazione. Perché? Perché abbiamo assimilato che l’apprendimento può avvenire in qualsiasi momento e luogo della nostra vita.

Tutto questo contribuisce a quei nuovi movimenti trasformatori che ripensano il concetto di educazione, tentando di reindirizzare le teorie educative verso l’importanza di imparare a conoscere, anziché basarsi sull’apprendimento tradizionale basato sulla conoscenza.

Per questo motivo, oggi parleremo di questo stile di apprendimento, orientato alle competenze, comprendendo le sue fondamenta teoriche e imparando a come redigere le competenze.

Che cosa sono le competenze?

Esistono innumerevoli definizioni, ma io preferisco quella di Perrenoud, che ci dice:

Una competenza in ambito educativo è la capacità di mobilitare diverse risorse cognitive al fine di affrontare un tipo di situazioni.

In altre parole, le competenze riguardano l’essere, come suggerisce il termine “competente”. Si tratta di un individuo capace di trasferire ciò che apprende; inoltre, ha la capacità di risolvere problemi in situazioni specifiche, in base alle nuove conoscenze acquisite.

Da ciò, come si afferma, potremmo dedurre che abbiamo uno studente la cui principale qualità deve essere l’autonomia nella ricerca dell’apprendimento. Tuttavia, per poterlo ottenere, deve essere accompagnato da un modello educativo orientato alla crescita o alla costruzione della conoscenza, e non basato sui vecchi schemi di accumulo della stessa.

Quali caratteristiche racchiude l’apprendimento per competenze?

L’apprendimento per competenze si basa su due punti nevralgici, fondati su un modello educativo:

  • Centrato sullo studente: dove lui è il principale responsabile del proprio apprendimento e, quindi, deve essere in costante ricerca dello stesso.
  • Strutturato in modo che ciò che conta non siano i contenuti, ma il processo di insegnamento-apprendimento, in cui lo studente applica ciò che conosce.

Pertanto, non deve essere limitato solo al contesto scolastico, ma deve essere collegato alla vita quotidiana.

Applicare ciò che si è appreso significa abbandonare le teorie?

Quando leggiamo delle proposte dell’apprendimento per competenze, vediamo che si enfatizza molto il fatto che lo studente è in grado di applicare le conoscenze. Potremmo confondere questo aspetto e arrivare a chiederci: cosa devo dare priorità nel modello istruzionale? Prima le conoscenze e poi le competenze? Oppure, dove lascio le teorie? Le lezioni saranno solo pratiche?

Questa visione non è la più adeguata, poiché non si tratta di teoria o pratica, ma della capacità di appropriarsi della conoscenza, essere riflessivi e risolvere problemi.

Pertanto, ricordiamo che entrambe sono importanti, poiché esistono teorie la cui padronanza e comprensione ci rendono competenti per spiegare e risolvere situazioni. Possono anche esistere pratiche completamente obsolete il cui dominio non ci rende più capaci.

L'idea, quindi, è concentrarsi sulla padronanza delle competenze identificate.

Ciò che importa non è più teoria o più pratica, ma cercare il sapere competente. Poiché non si impara e poi si applica, ma imparare implica applicare.

 

Qual è la finalità dell’apprendimento per competenze?

L’apprendimento per competenze si basa sullo sviluppo integrale dell’individuo, per cui si intrecciano i tre saperi:

  • Saper Conoscere: implica l’ambito cognitivo, ovvero la capacità di interiorizzare le conoscenze.
  • Saper Fare: coinvolge l’applicabilità, cioè la pratica che l’allievo realizza dimostrando padronanza delle tecniche e dei metodi.
  • Saper Essere: include atteggiamenti e competenze sociali, ovvero come l’allievo si relaziona emotivamente nella ricerca di conoscere e fare, sia individualmente che in gruppo.

Cosa dobbiamo modificare nelle nostre aule lavorando con questo approccio?

Prima di avventurarci nell’adozione dell’apprendimento per competenze, è importante che questo faccia parte del modello educativo dell’istituzione, poiché deve essere in linea con il sistema. Altrimenti, potrebbe risultare uno sforzo sovrumano che genererebbe controversie, poiché prima devono essere modificate le basi.

La prima cosa che dobbiamo cambiare è il vecchio paradigma secondo cui la scuola è uno spazio isolato per apprendere per lunghi anni teorie superate dalla realtà quotidiana dello studente.

Al contrario, dobbiamo vederla come quel luogo che contribuisce alla formazione per la vita, cioè la vita del bambino, dell’adolescente, del giovane, dell’adulto, ecc. E sappiamo che questo non è un paradigma semplice da adottare.

Partendo da questo approccio, possiamo sviluppare competenze utilizzando modelli basati sull’apprendimento per problemi e per progetti.

Per fare ciò, dobbiamo progettare un’istruzione basata su attività complesse, sfide e compiti che inducano gli studenti a indagare nelle loro conoscenze e abilità.

In altre parole, l’idea è che lo studente, nella ricerca di acquisire nuove competenze, sia in grado di definire e valutare le competenze che già possiede. Questo si ottiene lavorando sulla sua relazione con la conoscenza e il suo ambiente.

Capisco che questo approccio per competenze non pretende di risolvere magicamente i problemi in aula, ma di migliorare il senso del lavoro scolastico.

Per fare ciò, si sfruttano i benefici dell’approccio costruttivista e della valutazione formativa, al fine di favorire l’assimilazione attiva delle conoscenze.

 

Caratteristiche delle attività nell’apprendimento per competenze

Nell’apprendimento per competenze si devono progettare strategie che promuovano:

  1. La creatività, per elaborare qualcosa di nuovo con le conoscenze acquisite.
  2. L’iniziativa, per agire in situazioni specifiche e prendere decisioni.
  3. Il pensiero critico, che ci invita a riflettere secondo i propri criteri.
  4. La capacità di affrontare un problema, cercando soluzioni positive e valutando i rischi implicati dalle decisioni prese.

 

Come si redige una competenza?

L’elaborazione delle competenze ha una base teorica importante, che non tratterò qui, poiché l’idea non è fare una lezione di pedagogia, ma mostrarti lo schema necessario per redigerla correttamente.

Una competenza, in linea generale, è strutturata da:

  • L’operazione, che non è altro che l’azione mentale, espressa mediante un verbo in azione. Questa azione è accompagnata dalla regolazione, che indica una qualificazione del verbo ed è direttamente correlata con gli atteggiamenti.
  • Contiene l’oggetto, che è ciò che abitualmente chiamiamo Conoscenza.
  • Una finalità determinata da un contesto in cui verrà applicata.

Vediamo un semplice esempio di una competenza ben redatta

La competenza sarebbe:

Elaborare efficientemente algoritmi come una risorsa di supporto per risolvere problemi dell'ambito scolastico e quotidiano.

Sottoponendola alla formula proposta, abbiamo:

Allora vediamo che nella redazione il verbo: Elaborare è l’operazione, che non è altro che l’azione che lo studente eseguirà. Seguito dall’avverbio: efficientemente, che corrisponde alla regolazione, cioè il modo in cui deve essere elaborato; pertanto, nel nostro caso, non sarà solo un algoritmo che si esegue correttamente, ma dovrà anche essere efficiente.

Poi abbiamo l’oggetto, che riguarda l’area di conoscenza; in questo caso sarebbero: algoritmi come una risorsa di supporto.

Infine, abbiamo la finalità per cui gli algoritmi saranno creati e la competenza lo spiega chiaramente: per risolvere problemi. In quali ambiti? (contesto): scolastico e quotidiano.

 

In cosa si differenziano gli obiettivi dalle competenze?

Una volta visto come si fonda e si struttura una competenza, confrontiamola con gli obiettivi e vediamo in cosa risiedono le loro differenze:

Vediamo quindi che abbiamo due visioni molto diverse: la prima basata su intenzioni e propositi orientati verso la materia, dove il docente è fondamentale e richiede eccellenti capacità per trasmettere conoscenza.

Mentre nell’apprendimento per competenze si richiede uno studente responsabile e impegnato nel proprio apprendimento, fondato su una maggiore autonomia per una formazione integrale che comprenda l’area accademica e sociale dell’individuo.

Per concludere, termino con una frase di Jacques Delors:

"La scuola del futuro deve insegnare a pensare, insegnare a saper pensare, insegnare a saper fare e a saper convivere, che si riassume in saper essere".

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